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La dicotomia dell'essere

Si tratta di un’opera dipinta a tre mani da Giada Bernardini, Sabina Buti e Francesca Leporini per Artemisia l’Officina d’arte.

Il concetto che abbiamo elaborato per il nostro Cencio è tutto incentrato sulla dicotomia.

La dicotomia costituisce il simbolo della dualità esistente nell’universo: due entità opposte e complementari che formano la totalità.

Tutto si base su due principi opposti: la notte non può esistere senza il giorno e viceversa, conosciamo il bene perché sappiamo cosa è il male, apprezziamo la luce perché abbiamo assaporato la notte. Nessun elemento può essere indipendente dall’altro, ognuna delle due parti contiene il seme del proprio opposto, sono complementari, aumentano e diminuiscono, si alimentano a vicenda per essere in equilibrio. 

Il filo conduttore, che ci serve per leggere l’opera, è rappresentato dal nastro. 

Il simbolismo del nastro è essenzialmente quello del mezzo che “collega tutti gli stati dell’esistenza, fra loro e al loro principio”.

Il nastro cela la vista alla dea bendata, avvolge Sant’Antonio, scende per formare l’alfa e l’omega fino a fluire nella mano del fato.

Il nastro lega, è un sottile e leggiadro filo di collegamento, tiene uniti tutti gli elementi fino a sfociare nella liberazione del destino per determinare il vincitore. 

La dea bendata si trova in forte contrapposizione, qui richiamo alla dicotomia, con Sant’Antonio, eterno contrasto del sacro e del profano. 

La prima: ognuno la insegue, ma non tutti riescono ad afferrarla. La dea bendata è una chimera, influenza i destini degli esseri umani in modo imprevedibile, decidendo chi potrà godere dei suoi favori. 

Sant’Antonio è il protettore degli animali domestici, spesso raffigurato con un animale e una campanella attaccata alla croce per richiamare a se gli animali. La croce che abbiamo riprodotto ha le travi orizzontali che si ripiegano sul Cristo, per enfatizzare il peso delle responsabilità e il fardello dei peccati di tutti gli uomini che il Salvatore ha subito per la salvezza dell’umanità. 

L’alfa e l’omega sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. Queste due segni dell’alfabeto rappresentano il cammino di ogni cosa, lo splendore e il decadimento (vincita e sconfitta) di qualsiasi oggetto come di qualsiasi forma di vita, tutto nasce e tutto muore, tutto ha un inizio e ineluttabilmente tutto ha una fine. Racchiudono  la sensazione che niente sia infinito e che niente sia immortale, serena rassegnazione che vuole insegnarci a vivere il nostro tempo con passione e senza rimpianti, perché dopo l’omega non c’è nessuna certezza , ma solo il provare a vivere ed essere vivi. 

La mano riprodotta nell’opera si riferisce alla mano del fato; è lei che muove il filo/nastro dei giochi attraverso un palcoscenico dove noi siamo spettatori attivi, nella speranza di poter essere i suoi prescelti. 

Il destino non conosce alcuna responsabilità personale. Il suo corso accompagna invisibile i fenomeni di superficie, ma improvvisamente, quando d’un tratto tutto il mondo ci fa caso, scosso dalla propria apparente sicurezza, in un colpo solo tutti i conti tornano, manovrando le pedine sulla scacchiera, decide il suo vincitore.  

La simbologia mitologica che avvolge e permea la storia del cavallo presenta un'ambivalenza di fondo che lo vede da un lato come un essere nobile ed intelligente, affascinante e carico di sensualità, dall'altro come un concentrato di forza istintuale, capace di incutere angoscia e turbamenti. Puro e impuro, solare e funerario, nell'immaginario collettivo è simbolo di libertà senza confini e senza limiti: la sua corsa affascina per la sua misteriosa alchimia di armonia e di forza che induce nel cavaliere l'esperienza di sentirsi tutt'uno col magnifico animale.
La scacchiera rappresenta tutte le partizioni dicotomiche e duali dell’essere, e diventa il campo di battaglia del palio dove le pedine/ contrade possono muoversi in una competizione dove non si cerca di ballare al meglio delle nostre possibilità, ma di ballare meglio di chiunque altro .

Stasera si aprono le danze per questo nostro amato circo equestre, per cui vogliamo augurare a tutti i partecipanti di vivere al meglio questa manifestazione e di godere, anche per quest’anno, di un altro giro di giostra.

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